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IMU che va e IMU che resta

4 settembre 2013

Nei prossimi giorni, alla Camera, discuteremo del nuovo decreto che abolisce l’IMU sulla prima casa – escluse ville di lusso e Castelli, il che non significa però accanirsi contro l’ex senatore leghista lecchese!

Battute a parte, l’imposta continuerà ad essere pagata in particolare dai proprietari di altri immobili: imprenditori e commercianti, vale a dire coloro i quali, nonostante questo periodo difficilissimo, continuano ad offrire posti di lavoro.

Sono consapevole del valore della prima casa per ogni italiano (la pagano 25 milioni di cittadini per un costo medio di 250 euro annui) e della conseguente popolarità  della scelta di eliminazione dell’IMU da parte del Governo.
I miei dubbi e le contrarietà restano comunque tutte in quanto, così facendo, si rischia la riproposizione delle azioni di un film già visto:

1) lo Stato promette di rimborsare i Comuni per il mancato incasso dell’imposta IMU prima casa;

2) i soldi arrivano in ritardo e dopo i primi anni si assottigliano le risorse, creando notevoli problemi ai bilanci comunali;

3) i sindaci non si fidano e cercano le risorse mancanti aumentando le aliquote  sull’IMU che resta (per imprese, commercianti, beni strumentali).

Epilogo: l’Italia del lavoro subisce l’ennesimo aggravio fiscale.