23 giugno 2016
Sono ormai passate diverse settimane da quello che è stato un necessario ed acceso confronto, a livello locale, in materia di fusioni obbligatorie dei Comuni. Come ricorderete, la discussione ebbe origine, in buona parte, a causa della mia decisione di firmare una proposta di legge in materia, avanzata da un collega parlamentare.
Come ho già avuto ampiamente modo di spiegare, la mia è stata una provocazione voluta, forte e certamente non vana. Essa ha contribuito a rilanciare la centralità del tema delle fusioni comunali e a far riprendere l’impegno del Governo nella stesura di specifici provvedimenti legislativi che – è bene sottolinearlo – trattano proposte che non prefigurano l’obbligatorietà delle fusioni ma che costruiscono invece un profilo nuovo e maggiormente incentivante delle aggregazioni comunali, siano esse fusioni o unioni di Comuni.
E’ mia convinzione, inoltre, che il dibattito oggi non debba essere confinato unicamente alla discussione di testi di legge ma che, diversamente, abbia diritto di godere di una trattazione di più ampio respiro. fondamentale quindi – ne converrete – approfondire il tema delle aggregazioni comunali in tutte le sue sfaccettature, ascoltando direttamente la voce dei protagonisti.
Per fare ciò, mi sono fatto promotore di diverse, importanti, occasioni di discussione, la prima delle quali si è tenuta presso la Sala Civica di Barzanò ed ha visto la presenza della collega Marilena Fabbri, componente della I Commissione Affari Costituzionali, e di Daniele Ruscigno, sindaco del Comune fuso di Valsamoggia, in provincia di Bologna. I relatori hanno avuto modo di raccontarci la loro esperienza in tal senso, illustrando al meglio le difficoltà cosÏ come i vantaggi dei loro rispettivi progetti di fusione comunale.