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Decreto Liquidità: senza il “cappello in mano”

28 maggio 2020

Con il voto in Aula di ieri, hanno avuto termine alcune settimane di intenso lavoro in Commissione in qualità di relatore del Decreto Liquidità, durante le quali – e me ne scuso – non ho avuto modo di seguire con la dovuta attenzione le questioni più strettamente legate al territorio.
Ciò detto, vorrei ora anticiparvi alcuni dei risultati che hanno, per così dire, ripagato questo mio impegno, impegno che ho affrontato all’unico scopo di migliorare il più possibile il testo del decreto, accogliendo le richieste di associazioni di categoria, parti sociali e dei tanti imprenditori lombardi con i quali mi sono confrontato in questo ultimo periodo.
Dalle Commissioni Finanze e Attività produttive – posso affermarlo con certezza – è uscito un decreto fortemente migliorato e largamente condiviso, sviluppato per andare incontro alle esigenze di imprese grandi e piccole. Penso, in primis, ai prestiti per le piccole imprese (con il 100 per cento di garanzia pubblica) che passano da 25 mila a 30 mila euro con possibilità di restituzione non più in sei ma in dieci anni e con un tetto stabilito per il tasso di interesse. Abbiamo ottenuto di prolungare da sei a trent’anni il periodo utile per la restituzione di prestiti fino a 800 mila euro (per aziende con fatturati fino a 3,2 milioni di euro). Abbiamo semplificato la procedura per le imprese richiedenti un prestito garantito dallo Stato, alle quali non sarà più richiesta una mole di documenti ma basterà un’autocertificazione dell’imprenditore.
Il Partito Democratico ha sempre lavorato per favorire la ripresa delle aziende e salvaguardare l’occupazione; per questo, ad esempio, le imprese che chiedono finanziamenti garantiti dallo Stato saranno ora vincolate a non delocalizzare all’estero le loro attività, mantenendo quindi i posti di lavoro in Italia.
Per quanto riguarda poi il rapporto tra banche e imprese, ho opportunamente indirizzato i lavori in Commissione con il preciso intento di andare a riequilibrare il rapporto tra contraente e richiedente, introducendo norme di maggiore tutela della dignità e delle ragioni delle aziende nell’accedere ai finanziamenti. A tale riguardo, confido che quanto modificato nella legge servirà agli imprenditori sia ad ottenere maggiore trasparenza così come a fare meno anticamera davanti all’ufficio di un direttore di banca, ad essere più ascoltati e meno assimilati, unicamente, ad un numero di conto corrente.

Per favorire la ripartenza del sistema produttivo italiano il Decreto Liquidità introduce misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e di giustizia. 

Il decreto, approvato alla Camera, interviene in sostegno alle imprese in difficoltà con misure specifiche su sei principali ambiti.

  • Il primo riguarda l’accesso al credito e il sostegno alla liquidità, all’esportazione, all’internazionalizzazione e agli investimenti.  Le misure adottate prevedono garanzie da parte dello Stato per un totale circa di 200 miliardi di euro concesse attraverso la società SACE Simest, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, in favore di banche che effettuino finanziamenti alle imprese sotto qualsiasi forma.
  • Il secondo ambito di intervento prevede misure finalizzate ad assicurare la continuità delle imprese nella fase dell’emergenza, con particolare riguardo a quelle che prima della crisi erano in equilibrio e presentavano una regolare prospettiva di continuità aziendale.
  • Il terzo ambito di interventi riguarda il rafforzamento della disciplina dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica. In particolare, queste misure puntano ad ampliare le prerogative del Governo al fine di evitare il rischio di scalate irregolari ed improvvise in settori strategici per il Paese. 
  • Il quarto ambito riguarda il rinvio di adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese, in particolare prevedendo la sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già previste con il decreto “Cura Italia”.
  • Un quinto ed un sesto ambito di interventi, infine, riguardano rispettivamente disposizioni in materia di termini processuali e procedimentali e un’altra serie in materia di salute e lavoro.