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Settanta volte il 25 aprile: nel nostro passato il nostro futuro

 

24 aprile 2015

Alla vigilia del 70esimo anniversario della Liberazione rifletto sul senso più profondo e attuale di questa fondamentale ricorrenza, di questa nostra festa laica. Lo faccio, più che da parlamentare della Repubblica, da cittadino che si volta verso il nostro passato per rintracciarvi i caratteri della democrazia del nostro futuro.

La straordinarietà di quanto accadde in quegli anni contiene in sé il racconto di tante storie personali che si sono intrecciate, ognuna con il proprio carico di sofferenza, sotto il segno del coraggio. Il coraggio di chi ha partecipato alla Resistenza e alla lotta partigiana. Il coraggio dei tanti ragazzi di allora che si sono trovati a compiere scelte drammatiche. Il coraggio di chi ha saputo mettere da parte le differenze e gli egoismi per combattere l’uno al fianco dell’altro. Il tutto in ragione dell’amore incondizionato per la propria terra devastata dall’oppressione nazifascista.

Noi, come cittadini che hanno l’onore e il dovere di accogliere questo lascito, dobbiamo impegnarci a continuare su questa strada affrontando quei temi che, oggi, sono senza dubbio centrali. Tra di essi, vorrei qui ricordare l’Europa e il Mediterraneo, le Istituzioni, i giovani.

E’ nell’esperienza della resistenza al nazifascismo che vanno ricercate le radici di un’Europa libera, unita e democratica, come risposta ai nazionalismi, ai populismi e alle guerre della prima metà del ‘900. Il senso profondo della nostra identità, della nostra unità nazionale ed europea sono lì, in quel tempo. L’attualità, tuttavia, ci racconta quotidianamente di libertà negate, di diritti non riconosciuti. Ciò che per noi è sicuro e naturale in troppi luoghi della Terra non lo è per niente: razzismo, discriminazioni etniche, religiose e politiche sono lì a ricordarcelo. Le immagini agghiaccianti delle stragi di migranti nel Mediterraneo rappresentano la misura di quante ingiustizie e di quante violazioni dei diritti umani dobbiamo ancora combattere.

E’ nostro dovere non dimenticare. È nostro dovere rinnovare con saggezza e lungimiranza le nostre Istituzioni, che hanno certo bisogno di essere riformate, rese più efficaci ed efficienti per non essere svilite e offese. Perché i cittadini le sentano più vicine, come una cosa loro. Ciò, mi preme sottolinearlo, deve essere fatto senza toccare i principi fondamentali della Costituzione.

Infine, vorrei che i nostri ragazzi leggessero l’esperienza della Resistenza anche come straordinaria occasione – che si può ancora rinnovare – di unità tra giovani nei partiti, tra culture politiche differenti per valori, aspirazioni e obiettivi, nell’impegno personale a cambiare l’ordine delle cose, a lottare nel sogno di un futuro diverso e migliore.

Ecco perché è così importante celebrare e festeggiare questo anniversario, lasciando per un momento da parte le divisioni e tentando di raccogliere, ancora una volta, il testimone consegnatoci dai padri fondatori del nostro Paese.

Ecco perché, nel ricordo di chi ha combattuto ed è morto per la Liberazione, dobbiamo costruire un’Italia più giusta e più bella.

Ecco perché, ricordando la Storia noi non facciamo una commemorazione: facciamo il futuro dell’Italia.

Buon 25 aprile a tutti.