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Russiagate: Salvini “cuor di leone” va in fuga per tutta l’estate

2 agosto 2019

Matteo Salvini, generalmente, dice e non fa. Se invece lo fa, lo fa il più tardi possibile.
Il Ministro dell’Interno ha più volte dichiarato che sarebbe venuto alla Camera a riferire sulla questione dei rapporti opachi tra il suo partito e la Russia. Anche ieri abbiamo chiesto di inserire nell’ordine del giorno la mozione di sfiducia a Salvini ma i “portavoce” pentastellati hanno detto no e hanno invece preferito tornare debitamente “a cuccia”, confermando il rapporto inversamente proporzionale tra le loro parole e le loro azioni e lanciando così, da buoni gregari, la volata ad un Salvini già in fuga. Solo oggi infatti, 2 agosto, il Ministro ha confermato la propria disponibilità ad intervenire in Aula. La data fissata, con grande agio, è il 12 settembre prossimo.
Siamo ora dunque al Ministro dell’Interno che, incredibile a dirsi, deve essere obbligato ad adempiere ai doveri del proprio ruolo. Un “cuor di leone” che non ha fatto altro se non fuggire dal  Parlamento per tutta l’estate. L’atteggiamento irresponsabile di Salvini è un vero e proprio vulnus al Parlamento.
Nel momento in cui un esponente del Governo è chiamato a riferire su di una particolare questione, egli deve obbligatoriamente rispondere nelle Aule parlamentari. Non rientra nella discrezionalità dei membri dell’Esecutivo decidere o meno di riferire.
Non si tratta di un problema giudiziario ma tutto politico. Qui si parla di un Italia che, in ambito internazionale, e attraverso il principale partito di Governo, si sta allontanando dalle democrazie occidentali a lei storicamente vicine per intrecciare una relazione, in condizioni di subordinazione, con uno Stato straniero dell’Est Europa potenzialmente ostile.
Perché Salvini ha voluto attendere settembre per venire in Aula a riferire su questa situazione?
Perché ha voluto attendere così a lungo prima di venire a chiarire definitivamente i suoi rapporti con i figuri protagonisti della vicenda dell’Hotel Metropol di Mosca?
Perché, infine, non si è nemmeno degnato di fornire al Presidente Conte la documentazione necessaria quando quest’ultimo, la settimana scorsa, è venuto a riferire in Senato (ricorderete tutti la scena dei 5Stelle che escono dall’Aula, mentre parla il Presidente del Consiglio, sostenendo a gran voce che “deve venire in Aula Salvini a riferire!”)?
Fuga o non fuga, noi del Partito Democratico lo inseguiremo comunque, per tutta l’estate e in tutte le Feste de l’Unità con la raccolta firme per chiedere, una volta per tutte, le sue dimissioni.
Gli italiani hanno il diritto di sapere la verità e, prima o poi, si accorgeranno finalmente di quale teatrale messa in scena stiamo tutti vivendo.