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Due nuove proposte di legge

2 agosto 2019

Unificazione IMU e Tasi: una questione di equità

Come anticipato nell’editoriale, questa mia nuova proposta di legge ha come obiettivo principale quello di unificare la disciplina dellʼIMU e quella della TASI e combattere la stratificazione normativa che ha portato pressoché alla sovrapponibilità delle due imposte.
Di seguito, vi riassumo i principali effetti finanziari della mia proposta di legge:

› il trasferimento, dallo Stato ai Comuni, di circa 3,6 miliardi di euro di gettito IMU sugli immobili D, prevedendo inoltre una parziale compensazione con l’altra principale entrata comunale ovvero l’addizionale IRPEF (entrata complessiva pari a circa 4,5 miliardi di euro);
› dato il sopraccitato trasferimento, ne consegue una riforma del sistema di perequazione finanziaria dei Comuni – fondato sulla quantificazione dell’IMU standard – che include finalmente anche il gettito ad aliquota base (7,6 per mille) degli immobili D;
› il trasferimento del maggior gettito dell’addizionale IRPEF (900 milioni di euro) rispetto all’IMU immobili D nel fondo di solidarietà comunale, in qualità di risorse verticali finalizzate al finanziamento dei fabbisogni standard.

Dal punto di vista fiscale, infine, possiamo dire che il tutto è riconducibile ad una questione di equità che è stata condivisa anche dall’Associazione Nazionale Piccoli Comuni nel corso dell’audizione svolta in Commissione.

Per chi volesse approfondire, qui trovate il testo della della mia proposta di legge, C. 1904.

L’auto elettrica non sia un lusso per pochi

Sappiamo tutti che, mai come oggi, è fondamentale accelerare la transizione verso modalità di trasporto sempre meno inquinanti e promuovere, con atti concreti, una mobilità privata e collettiva sempre più sostenibile. Tuttavia, proprio questo tipo di mobilità è ancora oggi una sorta di lusso che pochi possono concedersi. Per questo motivo, nei giorni scorsi ho presentato una proposta di legge con la quale ho previsto nuovi e maggiori incentivi fiscali per l’acquisto di automobili elettriche e la sostituzione delle relative batterie. Tutto ciò potrà favorire, nel medio periodo, la nascita di un mercato delle auto elettriche usate che garantirà l’accesso a tale sistema di mobilità ad una fascia sicuramente più ampia della popolazione. Potremo così aiutare il nostro Paese ad avvicinare l’ambizioso obiettivo di un futuro sistema energetico che sia sostenibile per l’ambiente e competitivo dal punto di vista economico.
In tutto il mondo, la vendita di auto elettriche è praticamente quadruplicata negli ultimi 3 anni (5,3 milioni di veicoli elettrici circolanti ad oggi contro gli 1,5 milioni del 2016), guadagnando fette di mercato sempre più consistenti. In Italia, nell’ultimo anno e considerando tutte le diverse tipologie, le vendite di veicoli elettrici sono raddoppiate, passando dalle circa 5.000 unità del 2017 alle circa 10.000 del 2018. Tali veicoli sono alimentati da una rete di ricarica di 8.300 colonnine pubbliche, certo ancora poche se si considera il territorio da coprire ma comunque in costante crescita.
Se si prende poi in considerazione la quantità di CO2 necessaria a completare la produzione di un’autovettura, “dal pozzo alla ruota”, l’auto elettrica ha emissioni inferiori del 50 per cento rispetto ad un veicolo a combustione interna (prendendo a riferimento il valore medio di emissioni di CO2 dei veicoli a combustione interna nei Paesi dell’UE). Un vantaggio questo che, grazie all’evoluzione della tecnologia, non potrà che migliorare ulteriormente nel tempo grazie all’accelerazione del processo di decarbonizzazione nel settore energetico. Inoltre, anche le batterie, completato il loro ciclo di vita sui veicoli elettrici, saranno sempre più utilizzate sia come accumulatori di energia (ad esempio per i pannelli fotovoltaici), sia come fonte di elementi preziosi (come litio, nichel e cobalto) che saranno così recuperati e riciclati in un’ottica di economia circolare. I principali ostacoli in un mercato che, a detta di analisti del settore, dovrebbe crescere di 10 volte nel giro dei prossimi 7 anni, sono quindi legati a barriere di tipo economico e infrastrutturale che possono essere sicuramente ridotte con opportuni interventi normativi.
Con questa mia proposta di legge ho perciò pensato di prevedere, oltre agli incentivi e alle agevolazioni fiscali cui ho già accennato, anche sconti che favoriscano l’ampliamento della rete di ricarica veloce (con colonnine ad alta potenza).
Tali facilitazioni sono rivolte sia a parcheggi privati aperti a terzi (come quelli delle aziende, per intenderci)  che alle grandi aree commerciali, in maniera tale da incentivare l’utilizzo dell’auto elettrica per gli spostamenti ordinari di tutti i giorni (ad esempio nei tratti casa – lavoro, casa – supermercato etc.).
La futura competitività dell’industria sarà sempre più determinata dalla sua sostenibilità. Sta a noi cominciare, oggi, a fare qualcosa di concreto che conduca finalmente in tale direzione.

Qui, il testo della della mia proposta di legge, C. 1973.