Via Calloni 18, Lecco
+39 0341 284206
segreteria@gianmariofragomeli.it

Decreto Irpef: qualcosa di centrosinistra

18 maggio 2014

Rispondendo ad un’esigenza forte del nostro popolo che, consapevolmente, ci chiede parole e gesti riconoscibili che si evidenzino nel segno di una politica riformista, abbiamo compiuto – possiamo dirlo – una scelta di governo qualificante. Un’iniziativa che rimette al centro della politica i nostri valori: la solidarietà, l’uguaglianza, la giustizia sociale.
Abbiamo cambiato rotta.

Negli ultimi anni non è stato facile: dopo il grande tema “Euro” del primo governo dell’Ulivo, ci siamo visti costretti, spesso, a giocare di rimessa e a dover contrastare un Centrodestra che si affidava al mezzo delle promesse mirabolanti, sia che si trattasse di occupazione oppure dell’esenzione generalizzata dal pagamento delle tasse, prima fra tutte l’ICI sulla casa.

Una doverosa premessa questa per dirvi che, dopo anni, il bonus di 80 euro mensili rappresenta non solo un sostegno economico reale per 10 milioni di lavoratori, ma anche l’espressione di una politica che finalmente si salda ai valori del Centrosinistra italiano.
Questi soldi in busta paga per i lavoratori e le lavoratrici con un reddito fino a 24/26 mila euro annui trovano copertura – in particolare – nella riduzione della spending review, ovvero nel taglio degli sprechi della macchina pubblica così come nel contenimento degli stipendi d’oro e in altre opportune disposizioni.

Lungi da me l’idea di scadere nel facile trionfalismo – considerata soprattutto la morsa di una crisi economica ancora forte. Ritengo al contrario sia doveroso rilanciare, in maniera inequivocabile, la funzione del Parlamento ed il suo insostituibile ruolo all’atto di affrontare il perfezionamento dei provvedimenti legislativi; nello specifico di questo frangente, proiettandosi oltre il 2014, allo scopo di rendere strutturale il provvedimento Irpef, tenendo conto anche delle famiglie monoreddito ed includendo soggetti oggi completamente esclusi come gli incapienti e le partite IVA.

Credo pertanto che la direzione intrapresa sia quella giusta e, a tutti gli effetti, l’unica che potrà permetterci di intercettare le istanze di chi ha più bisogno e di chi, per troppi anni, si è sentito escluso e tenuto ai margini dalla diffusione e dall’esercizio costante di politiche ad personam.